4C 2017-05-22T17:03:10+02:00

LE 4C DEI DIAMANTI

I quattro parametri fondamentali

LE 4C, CRITERI DI VALUTAZIONE DEL DIAMANTE:
Per garantire una corretta certificazione del diamante, esistono regole internazionali, che consentono una valutazione oggettiva in ogni parte del mondo.
Tra gli anni ’40 e ’50  il G.I.A. (Gemological Institute of America) ha sviluppato l’International Diamond Grading System. Facendo nascere così il sistema di valutazione universalmente conosciuto come “4C”, quale acronimo delle iniziali dei quattro parametri fondamentali per la valutazione di un diamante:
 
CUT – IL TAGLIO
COLOR – IL COLORE
CLARITY – LA PUREZZA
CARAT – IL PESO

Nel dettaglio:
CUT – IL TAGLIO
Fra tutti i parametri di valutazione, la proporzione del taglio (cutting) è di gran lunga la più importante.
Quando le proporzioni sono perfette, tutta la luce ricevuta dalla pietra viene riflessa dalla tavola o dalle faccette della corona, infatti l’intento è quello di valutare la capacità rifrangente e il termine CUT si riferisce non alla forma del diamante, bensì alla qualità del taglio.
Se il padiglione è troppo alto, o al contrario poco profondo, la luce passa attraverso le faccette del padiglione stesso e si perde senza far brillare la pietra.
 
VALUTAZIONE DEL TAGLIO:
Le uniche pietre classificabili come pietre tagliate sono quelle da 0,25 carati in su
Gli elementi fondamentali per la valutazione del taglio di un diamante sono:
– Table diameter percentage: la proporzione della larghezza della tavola rispetto al diametro della forma del taglio brillante.
– Crown height percentage: la proporzione dell’altezza della corona rispetto al
diametro della forma del taglio brillante.
– Pavillon depth percentage: la proporzione della profondità del padiglione rispetto
al diametro della forma del taglio brillante.
 
COLOR – IL COLORE
Se è vero che la pietra perfetta è incolore, è anche vero che esistono in natura diamanti colorati spesso apprezzati più di quelli bianchi grazie a questa caratteristica, là dove il colore è talmente intenso da diventare un pregio.
Il colore dei diamanti viene valutato illuminando la pietra da nord e sulla carta bianca, tutto questo per evitare la distorsione da parte delle fonti di luce naturale artificiale.
La colorazione è un fenomeno dovuto alla presenza ( in piccole percentuali ) di sostanze chimiche che danno alla pietra gradevoli tonalità gialle, blu, verde e rosa.
L’unico metodo valido per determinare l’esatto colore del diamante, è quello di paragonarlo con un altro che sia stato classificato come pietra di paragone.

CLARITY – LA PUREZZA
Un diamante si è formato nell’arco di 900.000 anni.
In un così lungo lasso di tempo all’interno del cristallo si sono inglobate delle microinclusioni interne e delle macchie esterne la cui classificazione contribuisce a determinare il valore della gemma.
Si valuta quindi quante imperfezioni contiene la pietra e le sue caratteristiche totali: esterne e interne.

CARAT – IL PESO
Il peso delle pietre preziose viene determinato in carati.
Un carato corrisponde a 0,20 grammi; ci vogliono ben cinque pietre da 1 ct. per eguagliare il peso di 1 grammo. Il carato, a sua volta, è diviso in 100 parti: 1 centesimo di carato equivale ad 1 punto.
Pare che l’adozione del carato, quale unità di misura, risalga al 1200 e si debba a Marco Polo, il quale, nell’esigenza di uniformare, nei vari mercati con i quali veniva a contatto, una unità di peso uguale per tutti, utilizzò i semi del carrubo (carat in arabo).

I semi del carrubo hanno infatti la caratteristica di avere sempre lo stesso peso, sia che si tratti dei giganteschi carrubi della savana che dei minuscoli frutti delle aree a clima temperato.
Ora si utilizzano metodi diversi ovviamente, utilizzando microbilance elettroniche che riescono a misurare il peso fino a cinque cifre dopo la virgola.
Monitorare il peso durante tutto il processo di lavorazione di un diamante è sicuramente una fondamentale operazione di sicurezza.